Via Ser Ridolfo, angolo via Guicciardini, in una
foto del periodo tra le due guerre mondiali. Ambedue gli edifici
d'angolo sulla sinistra furono fatti saltare in aria dai Tedeschi nel
'44.
La chiesa di Santa Maria Annunziata e l'arco di San Martino in una foto dell'inizio del XX secolo
I
chiostri di San Domenico alla fine del XIX secolo. Nel parterre ci sono
ancora gli alberi che facevano parte dello spazio claustrale del
convento prima dell'apertura al pubblico. La via Ser Ridolfo è ancora
sterrata. La foto è tratta da "San Miniato, la sveva città del
Valdarno", fascicolo n° 86 della collana "Le cento città d'Italia
illustrate", Milano, Casa Editrice Sonzogno, 1925 o 1926.
I chiostri di San Domenico tra la fine degli anni '40 e l'inizio dei '50 del secolo scorso. Le arcate dell'ordine inferiore erano tutte tamponate meno una, c'erano le ringhiere di ferro nella parte centrale dell'ordine superiore, e nel vano formato dalle scale era stata ricavata la cabina di proiezione del cinema Italia per gli spettacoli all'aperto della stagione estiva.
La
torre di Matilde e il santuario del SS. Crocifisso attorno al 1915. La
foto è tratta da "San Miniato, la sveva città del Valdarno", fascicolo
n° 86 della collana "Le cento città d'Italia illustrate", Milano, Casa
Editrice Sonzogno, 1925 o 1926.
La piazza Gioacchino Taddei, oggi piazza del Popolo, vulgo di San Domenico, negli anni attorno al 1925.
La
piazza Gioacchino Taddei, oggi piazza del Popolo, per tutti piazza di
San Domenico, negli anni attorno alla prima guerra mondiale. Nella foto è
ben visibile il rapporto tra lo sterrato e il lastricato.
Il piazzale delle passeggiate (come veniva chiamato
allora) prima dei cordoli, dei pitosfori, delle rose e delle bordure di
siepe ai lati. La foto dovrebbe essere stata scattato all'inizio del XX secolo. Il ricordo corre dritto a
certe tele impressioniste dello stesso periodo: come il decoro borghese
ha condizionato e guastato un territorio della fantasia.
Questa
pala quattrocentesca, raffigurante la “Madonna annunciata tra san Rocco
e San Giovanni Battista”, attribuita a Pier Francesco Fiorentino
(1444-post 1497) fa parte del corredo iconografico di "San Miniato, la
sveva città del Valdarno", fascicolo n° 86 della collana "Le cento città
d'Italia illustrate", Milano, Casa Editrice Sonzogno, 1925 o 1926. La
didascalia informa che è una delle opere pittoriche allora presenti
nella Cattedrale. Io non ho mai avuto la fortuna di vederla. Qualcuno
l’ha mai vista, qualcuno ne ha notizie o sa dove può essere finita?
Il
piazzale delle fiere visto dalla terrazza della villa Lo Giudice nel periodo
attorno allla prima guerra mondiale.
L'altare dell'oratorio comunale, detto del Loretino, negli anni
seguenti la prima guerra mondiale. La foto è tratta da "San Miniato, la
sveva città del Valdarno", fascicolo n° 86 della collana "Le cento
città d'Italia illustrate", Milano, Casa Editrice Sonzogno, 1925 o 1926.
La
piazza Buonaparte, o piazza dei polli, negli anni seguenti la prima
guerra mondiale. La foto è tratta da "San Miniato, la sveva città del
Valdarno", fascicolo n° 86 della collana "Le cento città d'Italia
illustrate", Milano, Casa Editrice Sonzogno, 1925 o 1926.
La piazza XX Settembre. comunemente di Santa Caterina, attorno al 1920. La foto è
tratta da "San Miniato, la sveva città del Valdarno", fascicolo n° 86
della collana "Le cento città d'Italia illustrate", Milano, Casa
Editrice Sonzogno, 1925 o 1926.
Il piazzale delle fiere attorno al 1920. La foto è
tratta da "San Miniato, la sveva città del Valdarno", fascicolo n° 86
della collana "Le cento città d'Italia illustrate", Milano, Casa
Editrice Sonzogno, 1925 o 1926.
La loggetta del Fondo, c.a 1940. Rispetto alla foto precedente sono comparsi i bandoni del vespasiano e la nicchia della pompina dell'acqua potabile sul muretto sotto l'albergo Miravalle.
La piazzetta del Fondo e l'inizio di corso Garibaldi negli anni attorno alla prima guerra mondiale.
La porta Toppariorum e la via Augusto Conti negli anni '40 del Novecento.
La piazza Vittorio Emanuele (oggi della Repubblica, vulgo del Seminario) e la porta Toppariorum negli anni tra le due guerre mondiali.
La piazza Vittorio Emanuele (o del Seminario) in una foto (molto ritoccata con il pennello e molto rovinata dall'umidità) scattata, facendo riferimento agli abiti delle due donne e alla dimensione dei tigli rispetto ad altre immagini, tra fine XIX e inizio XX secolo.
La piazza vittorio Emanuele (o del Seminario) negli
anni attorno alla prima guerra mondiale. Sulla facciata del seminario
c'è ancora l'insegna della tipografia del Ristori.
La piazza Vittorio Emanuele (piazza del Seminario) negli anni precedenti la prima guerra mondiale.